mattbriar

PEARL JAM 1996-98: NO CODE & YELD

[Update 29.6.2012]


NO CODE (1996)
No Code, similmente al successivo Yeld, è un disco di passaggio. Contiene un po' di tutto ciò che i Pearl Jam avevano fatto finora, in termini di sonorità, risultando un disco intenso e variopinto, senza l'ombra di ripetitività o riciclaggio. Naturalmente non è un disco solido quanto i tre precedenti, e come saranno quelli dei primi anni 2000. Si inizia anche ad avvertire qualche spruzzo di sperimentalismo; la grinta discende leggermente verso una certa introspezione musicale.
Straordinarie sono "Sometimes" e "Hail Hail" (l'incipit migliore di un album dei Pearl Jam), "Off He Goes", "Habit", "Red Mosquito" e "I'm Open". Con No Code i PJ si sono incamminati sulla loro nuova e definitiva strada.

Out-takes.
Black, Red, Yellow” reperibile su Lost Dogs come extended take rispetto all'originale b-side.
Dead Man” (pensata per l'omonimo soundtrack) reperibile su Lost Dogs.
All Night” reperibile su Lost Dogs.
Don't Gimme No Lip” reperibile su Lost Dogs.
Gremmie Out Of Control” e “Leaving Here”, due cover reperibili su Lost Dogs.
“Brain Of J” e “Parting Ways” sembra siano state registrate per la prima volta per No Code, poi riprese su album successivi.
“Hard To Imagine” sembra sia stata nuovamente registrata ed esclusa.
“Tommy Who”, “23 Street Chorus”, “The Needle Sunburn” e “Falling Down” sono altre probabili incisioni inedite di queste sessions.
“Olympic Platinum” scritta dal mixerista e registrata per l'Xmas single 1996.
L'Xmas single 1996 contiene anche una versione live di “Smile”.


YELD (1998)
Yeld ha un sound levigato, scintillante: i Pearl Jam compiono un ulteriore passo verso un connubio di trame rock (quello del grunge sporco, quello delle ballads malinconiche, quello dell'art-rock introspettivo) che li porterà presto a risultati straordinari. Curioso come per qualcuno la carriera dei PJ sia tutta un'ascesa e per altri sia tutta una discesa. No Code Yeld sono album spartiacque, nel bene o nel male.
Qualcuno dice che in questo momento i PJ tornavano ad avvicinarsi alle origini. Io, in Yeld, non ci sento molto di Ten. Per me (e per molti, fortunatamente) vale l'esatto contrario di quanto scrive il sito Ondarock (andatevi a leggere la biografia dei PJ: loro la vedono tutta in discesa). Cioè secondo me il momento interessante inizia proprio adesso. Su Yeld ci sono canzoni magnifiche, di quel rock destinato a durare, insieme a tracce dell'oscuro sperimentalismo che sarà il timbro di Binaural.
Yeld forse non ha l'impatto degli album precedenti, ma risulta probabilmente un po' più solido di No Code. E' comunque il passo avanti evolutivo ("Do The Evolution" insegna...) verso l'indipendenza artistica, l'identità sbocciata dei PJ, ed è l'ennesimo ottimo risultato di una intensa e costante creatività. Le hits: "In Hiding", "Given To Fly", "Faithfull", "Wishlist", "Low Light".

Out-takes.
“Leatherman” reperibile solo nel single originale di “Given To Fly”.
“U” (o “You”) reperibile nel single originale di “Wishlist”; una versione reincisa appare su Lost Dogs.
Whale Song” reperibile su Lost Dogs.
Happy When I'm Crying” reperibile sull'Xmas single del 1997.
“Bayleaf”, registrata dai PJ nelle session per Yeld (inedita), sarà parte poi dell'omonimo album solista di Stone Gossard.
“Bulldozer” e “Falling Down” (o “Fallen”) sono altre probabili incisioni inedite.
“Of The Girl”, “Parting Ways”, “Thin Air” sono inedite in queste sessions, poi riprese per Binaural.
Yeld contiene una hidden track finale, “Hummus”.
Una versione acustica e strumentale di “Given To Fly” (2010) è stata inserita in Pearl Jam Twenty.


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